30 maggio, ore 19.00
Attraverso un viaggio nel tempo, basato su studi geologici e micropaleontologici che le hanno permesso di ampliare la tradizionale misurazione della scala temporale, l’artista Barbara De Ponti ha individuato alcuni microorganismi fossili e li ha resi protagonisti di una serie di sculture in ce-ramica che li raffigurano in scala ingrandita, utilizzando lo stesso materiale con cui si sono for-mati in origine.
Il progetto Clay Time Code, dedicato allo studio dell'archivio geologico, è nato per stimolare una riflessione su ciò che possiamo dire del tempo e su quanto piccoli organismi antichi ed estinti possano dire di noi stessi. Le Argille Azzurre, già identificate e nominate da Leonardo da Vinci, sono presenti oggi come il complesso risultato dell'interazione tra microcosmi e ambiente. Gra-zie alle scansioni al microscopio fornite da un paleontologo, i nanofossili che compongono que-sto materiale sono stati realizzati su scala macroscopica: un'alga, Gephyrocapsa Oceanica.
Questo plancton, che diventa il fondale profondo del mare pleistocenico e lo strato argilloso dei calanchi di Faenza, è caratteristico della formazione geologica del luogo, che è diventato un co-dice di riferimento temporale e iconografico.
Barbara De Ponti (Milano, 1975)
Dopo una laurea in Pittura e un Master in Comunicazione delle Arti presso l'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, ha iniziato a concentrarsi sulle relazioni tra pratica artistica e conoscenza geografica, avvalendosi di archivi e studi di ampio respiro di natura storica e scientifica. Nel 2009 ha realizzato Planning Constellation, 45°, 28' N, 9° 12' E, un progetto sulla stratificazione geografica, l'antropologia culturale e l'architettura della città di Milano, e Speaking Thinks.
Nel 2010 ha collaborato con il Planetario Hoepli di Milano per la creazione de La luce naturale delle stelle, che ha vinto il premio LED. Nel 2011 è stata invitata dal Politecnico di Milano per presentare la performance Mantero. Op. cit. 2011 e nel 2014 ha pubblicato Isolario (con Post-mediabooks), frutto del lavoro di ricerca curato da Alessandro Castiglioni, con il contributo di Matilde Marzotto Caotorta, Elio Franzini ed Ermanno Cristini. I risultati della ricerca presso l'Ar-chivio Capitolino e la collaborazione con l'architetto Stella Richter sono stati le fonti per To Identify, un'installazione prodotta nel 2015 dalla Casa dell'Architettura di Roma, presso l'ex Ac-quario Romano. Esposto dal Museo Internazionale delle Ceramiche, dal Museo Carlo Zauli e dal Museo Civico di Scienze Naturali di Faenza, Clay Time Code è il suo ultimo progetto, pre-sentato per la prima volta a Milano da Viasaterna. Nel 2021 e nel 2022 ha partecipato ai campi glaciologici dell'Università di Milano e ha avviato il progetto Alpina, di cui è coautrice insieme a Fabio Marullo. Nel 2022 la sua ricerca è stata selezionata dalla commissione artistica interna-zionale del MuSe di Trento per la mostra We Are the Flood presso lo Spazio Archeologico Sas Sotterraneo di Trento. Nel 2023 espone le sue opere alla Building Gallery di Milano.