Un'estate fa

La Concept Estate (2014)

Citazioni della 1800 ES del 1971 e chiare indicazioni sullo stile dei modelli futuri: ecco il senso e la filosofia di uno dei prototipi più belli della Volvo

Nel futuro della Volvo c’è sempre il suo passato. Perché è questo il vero senso dell’heritage: trasferire valori da un’epoca all’altra integrandoli con l’evoluzione del gusto e della tecnologia. Il caso della Concept Estate, presentata a marzo 2014, è emblematico in questo senso. Questo doppio sketch laterale lo conferma in modo pressoché didascalico: l’ispirazione alla 1800 ES del 1971 è evidente. E come la shooting brake degli anni ’70 fu un’innovatrice perché coniugava gli elementi di una sportiva pura come la 1800S con la versatilità di una station wagon, così la Concept Estate ne recuperava l’ispirazione stilistica introducendo alcuni temi di stile che sarebbero stati ripresi dai modelli di serie apparsi negli anni successivi.



Questa concept car, terza di una serie presentata nella prima metà degli anni ’10, non solo annunciava il nuovo corso del design Volvo, ma svelava al tempo stesso i criteri di stile e tecnologia che sarebbero stati utilizzati per gli esterni e l’abitacolo dei modelli futuri: un ponte ideale fra tradizione e innovazione. Il che non rappresenta un’operazione retro o un’espressione di nostalgia, ma un modo di connettersi al passato per rendere più riconoscibile l’identità del marchio. Se il fianco occhieggia alla 1800 ES, la calandra convessa e i fari a martello di Thor sono le firme stilistiche che avremmo imparato a riconoscere sulle Volvo dalla XC90 di seconda generazione in poi.



La sottile ispirazione ai modelli della serie 1800 appare evidente da numerosi dettagli dell’abitacolo della Concept Estate, come ad esempio il volante a due razze e il quadro strumenti a elementi circolari. Anche se le liason con il passato rimangono solo una parte di un insieme che parla di futuro e di modernità, con i sedili in apparenza sospesi nel vuoto in quanto privi delle tradizionali slitte inferiori di scorrimento longitudinale. Con un occhio di riguardo ai trend del design svedese espressi con la tonalità arancione usata, ad esempio, per le moquette e il pomello del selettore del cambio.

Anche i gruppi ottici posteriori dal profilo avvolgente hanno dato indicazioni molto interessanti sulla strada che sarebbe stata intrapresa dallo stile delle Volvo negli anni a venire. E parliamo dei modelli che tutt’oggi sono visibili e ordinabili presso i saloni dei concessionari (V60 e XC60 rappresentano soli due esempi di applicazione dei fanali sottili con la base che abbraccia inferiormente il lunotto). Non a caso abbiamo citato una station wagon e una SUV: come la Concept Estate non è un remake del passato, ma trae dalla 1800 ES alcune ispirazioni, così non prefigura una coupé a tre porte, ma detta alcune linee di designi destinate a essere riprese su vetture con body completamente diversi.



Accennavamo prima al colore arancione ricorrente nell’abitacolo. Uno degli elementi in cui lo ritroviamo sono le cinture di sicurezza. Certo, gli stilisti che hanno definito la Concept Estate avrebbero potuto “colorare” con questa nuance qualunque altro dettaglio interno. Avere scelto proprio le cinture è stato un modo per passare un colpo di evidenziatore su un elemento di sicurezza che è diventato identitario, e che esiste sulle Volvo — come ricorda la fibbia — dal 1959. Ecco dunque che un componente tanto fondamentale per la protezione degli occupanti quanto spesso dato per scontato diventa un elemento di stile distintivo. E collega il passato al futuro senza trascurare di regalare un’emozione nel presente.