Domani guido io

La concept car 360c

Già nel 2018 la Volvo aveva indicato la strada della mobilità futura tra guida autonoma, elettrificazione e sicurezza. Eccone i contenuti

Parlando della concept 360c si intrecciano, come non mai, passato, presente e futuro dell’automobile. Passato, perché sono già trascorsi cinque anni da quando venne presentata nel 2018 e perché nulla, dei tanti contenuti che sono a bordo di questo laboratorio viaggiante, sarebbero stati possibili senza gli oltre novant’anni di esperienza della Volvo nel campo dell’innovazione. Presente, perché alcuni dei concetti in essa espressi sono già stati trasferiti nelle vetture di regolare produzione. E futuro, perché la 360c dà una chiara idea dell’auto di domani: diversa da quella cui siamo abituati, ancora più sicura, ma sempre mirata alla centralità della mobilità individuale.



Questa immagine basta, da sola, a dare una prima — ma molto significativa — idea della 360c: la ragazza che sta leggendo comodamente un libro, con un tavolo davanti in cui sono disposti bevande e croissant e con le notifiche dello smartphone doppiate sul vetro laterale in stile head-up display, è la fruitrice della vettura. Ed è la sola persona a bordo. La 360c è infatti un prototipo a guida autonoma che si propone di fissare nuovi standard per l’impiego di auto senza conducente utilizzabili in tutto il mondo da tutti i costruttori per una superiore sicurezza di marcia. La guida autonoma, quando potrà essere pienamente operativa, sarà la principale innovazione di sicurezza dalla nascita (nel 1959) delle cinture a tre punti.



Dormire in auto è una cosa che talora già ci succede di fare. Capita se qualcuno la guida per noi, e comunque si tratta di sieste d’emergenza fatte reclinando quel tanto che si riesce la poltroncina anteriore o le parti del divano posteriore. La 360c, eliminando totalmente volante, plancia e strumenti di bordo, permette una gestione dello spazio interno totalmente inedita, con la possibilità di organizzarlo in modalità letto, con la stessa comodità della cuccetta di un treno, ma senza dover condividere lo spazio con estranei. La coperta non serve solo a scaldarsi: ha degli ancoraggi di sicurezza che sostengono il corpo come una cintura a tre punti.

Un’auto pur tanto futuribile ripercorre un layout interno che fu quello di alcune ancêtres di inizio ‘900: anche in questo caso, l’aver eliminato il cruscotto e il volante permette di sfruttare “alla rovescia” lo spazio dietro il parabrezza, così da organizzare una seduta in senso opposto a quello di marcia favorendo la conversazione e la socializzazione rilassata tra gli occupanti delle due file. Un effetto living accentuato dalla trazione elettrica che, grazie agli ingombri molto più compatti del motore rispetto a qualsivoglia soluzione endotermica, presenta il vantaggio di un pavimento perfettamente piatto. Sulla 360c si è in macchina, ma è come essere a casa. Giusto che ci si sposta.



Affronta temi maggiori, la 360c: zero emissioni, guida autonoma, nuovo equilibrio tra tempi di lavoro e tempo libero reso possibile dall’approccio totalmente inedito alla guida. Eppure non è un’automobile venuta da un altro pianeta: guarda a un domani lontano e tiene, insieme, in considerazione le necessità di veicolare parte della sua immensa e innovativa tecnologia ai modelli di oggi. Anche sul piano dello stile. La prova? Il test che, al Centro Stile Volvo, Maxime Célérier e Maxime Prevoteaux stanno facendo tra il cerchio montato sulla C40 Recharge, vettura in produzione dal 2021, e quello della 360c. L’ispirazione delle razze larghe e satinate, con le facce interne a contrasto, è evidente. Il che conferma che alla Volvo ogni studio, anche se all’apparenza estremo, è una prova generale delle auto di domani.