Elemento trainante

Oggi incrociare per strada una caravan trainata da un’automobile è un’evenienza oggettivamente piuttosto rara. La sempre superiore diffusione di camper, autocaravan e motorhome ha relegato la classica roulotte (e i problemi di manovra e stabilità che talora comporta) a un mercato molto ristretto, che ha presa soprattutto in alcuni Paesi mitteleuropei, Olanda in testa. Negli anni 80, quando la “casa a rimorchio” era molto più diffusa di oggi anche da noi, una delle vetture che più spesso vi si abbinavano era una Volvo Serie 200. Come la 244 D6 del 1979 in questa immagine: una potenza adeguata (82 cavalli), la fluidità del sei cilindri in linea ma, soprattutto, tanta coppia a basso numero di giri ne facevano la partner ideale per vacanze itineranti, oltre che per normali viaggi senza traino.

Da una berlina con una roulotte a una station wagon con la barca: questa 740 Turbo Station Wagon (1985-1990) con le specifiche per il mercato statunitense (come tale agevolmente riconoscibile per la doppia coppia di faretti rettangolari di piccole dimensioni) suggerisce l’idea di vacanza al lago. Il rimorchio a un solo asse trasporta un’imbarcazione piccola e leggera mossa da un motore fuoribordo. Lo spazio abitabile e quello di carico permettono di scegliere tra cinque posti e 690 litri e due posti e 2,12 metri cubi di volume utile. Anche in questo caso la generosa coppia resa disponibile dalla sovralimentazione aiuta a trarsi d’impaccio nelle situazioni in cui la guida con carrello può rivelarsi complessa.

Non solo lo spazio e il tiro del motore sono utili per trainare: se a queste caratteristiche si aggiunge la versatilità della trazione integrale una Volvo con rimorchio diventa un “sistema di viaggio” particolarmente efficiente. In occasione del lancio della V70 XC della seconda generazione lanciata nel 2000, più oltre identificata come XC70 tout court, l’assetto rialzato, le protezioni in plastica, le slitte sotto i paraurti e — appunto — la coppia sulle quattro ruote esaltano le capacità di traino della grande station wagon della gamma. Che questa immagine dal press release del tempo raffigura non a caso in un set di vaga ispirazione lunare, a suggerire che con una V70 XC e un carrello appendice si può andare ovunque e fare qualunque cosa.

La diffusione di SUV e crossover, da vent’anni a questa parte, ha reso le Volvo con questo genere di body ancora più versatili delle classiche berline e familiari per le esigenze di traino. Il superiore sviluppo verticale della carrozzeria e l’angolo di seduta di conseguenza più elevato compensano infatti — in gran parte — la riduzione di visibilità verso l’indietro che l’ingombro dell’imbarcazione (oppure della caravan) inevitabilmente comporta. In questa immagine, una XC60 della prima generazione (2008-2017) mentre traina in autostrada un carello con una barca. Il parallelo incremento delle dotazioni di sicurezza in termini di gestione elettronica degli imprevisti della guida non ha fatto altro che aumentare ulteriormente la praticità d’uso di una Volvo anche con funzione di motrice.

Non di sole caravan, barche o carrelli appendice vive l’appassionato Volvo. Anzi: come ben sappiamo, tantissimi clienti delle Volvo moderne sono anche collezionisti che nel loro garage custodiscono con cura e amore una o più Volvo d’epoca. Le quali, il più delle volte, non chiedono di meglio che di essere sgranchite per strada per raggiungere raduni o altri eventi. Ma per le volte in cui sia più pratico e utile caricarle sul carrello, che c’è di meglio — per trainarle — che affidare una Volvo di ieri a… una di oggi? In questa splendida immagine il legame tra passato e presente è sottolineato da una XC90 di oggi che traina una 262C molto speciale: quella, con colore rosso extra serie, che appartenne a Pehr Gustaf Gyllenhammar, presidente Volvo dal 1970 al 1994. Quando il progresso porta con sé la tradizione succede anche questo.