FESTE DI COMPLEANNO

Gli anniversari nell’anno

Quali sono le Volvo che nel 2023 appena iniziato festeggiano una ricorrenza a cifra tonda? Eccone cinque, dal 1933 al 1993

È ovviamente una pura coincidenza. Ma la prima delle Volvo che festeggia un compleanno a cifra tonda nel 2023 ha il tre finale anche nel suo identifcativo: è la PV653, arrivata novant’anni fa, nel 1933, più esattamente ad agosto. Rispetto ai tipi precedenti porta al debutto un più robusto telaio a crociera, la carrozzeria interamente metallica (a parte il tetto, che resta in pegamoide), cerchi da 17 pollici invece che da 19 (per molti anni, a differenza di quel che accade oggi, la diminuzione del diametro delle ruote sarà segno di modernità e distinzione) e un radiatore con una leggerissima inclinazione all’indietro per favorire l’aerodinamica. Il motore è il già noto sei cilindri in linea, che passa però da 3 a 3,3 litri, con 65 cavalli di potenza.



Settant’anni fa, nel 1953, nasceva la Volvo PV445, meglio nota come Duett, nome non ufficiale che ne sottolineava il doppio impiego per il trasporto di persone e cose. Fu la prima station wagon della Volvo; derivata dalla berlina PV444, non ne riprendeva tuttavia il pianale a scocca portante ma era sviluppata su un telaio separato, a longheroni e traverse, soluzione ritenuta all’epoca più funzionale per un veicolo destinato a trasportare carichi di una certa importanza. Negli allestimenti più curati, come questo con verniciatura bicolore e pneumatici a fascia bianca, stemperava il suo aspetto funzionale con un’immagine quasi civettuola. Venne costruita a lungo, sino al 1969.



Alla fine dell’estate 1973 venne lanciata l’ultima evoluzione della Serie 100, identificata con il suffisso A (i model year precedenti seguivano comunque una logica alfabetica, partendo però da M e saltando alcune lettere). Di base, si trattava di un’evoluzione nella continuità. Quello che rese molto interessante questa “sottoserie” fu che, per la prima volta, la Volvo applicò alle sue vetture i paraurti cosiddetti tipo America: maggiorati, montati su supporti elastici e in grado di assorbire senza alcun danno urti a bassa velocità. La differenza è che, mentre molti costruttori riservavano questi elementi (resi obbligatori dalla legislazione statunitense) agli esemplari spediti oltreoceano, la Volvo li estese senza distinzione alcuna a tutti i propri clienti.

Quarant’anni sono passati dal 1983, quando la Serie 300 venne declinata per la prima volta anche con carrozzeria sedan a tre volumi e quattro porte, in aggiunta alle già esistenti hatchback a tre e cinque aperture. La cosiddetta “trivolumizzazione” era, al tempo, un’esigenza molto sentita sui modelli di classe media, che con il bagagliaio “esterno” assumevano un’immagine più importante e identitaria. La nuova berlina classica, come le sorelle a due volumi e mezzo, venne offerta in versione 340 (con motore 1,4 litri a valvole in testa) e 360 (con un due litri ad asse a camme in testa, lo stesso della Serie 200). Cambio manuale e automatico, motore Diesel e un successivo 1,7 a benzina completarono progressivamente la proposta commerciale.



Dalla più classica delle berline alla… più classica delle Volvo, la 850 Station Wagon, presentata trent’anni fa, nel febbraio 1993. Se la Duett fu la prima giardinetta in assoluto, la 850 è stata la prima con la trazione anteriore, il motore trasversale, i cinque cilindri e il portellone “tra parentesi”, cioè circondato da due gruppi ottici a sviluppo verticale che andavano dalla base del paraurti al bordo d’uscita del tetto. Una serie infinita di primati cui si aggiungeva la consueta versatilità (e la sicurezza) delle familiari Volvo. Inizialmente offerta con due varianti di motore (10 e 20 valvole), è stata poi declinata in un’infinità di versioni, compresa la sportivissima T5-R. Evoluta in linea diretta nella prima V70 nel 1997, ha mantenuto la scena sino all’inizio del nuovo millennio, consolidando la presenza del marchio in un settore di mercato allora in pieno sviluppo.