FUTURO ELETTRIZZANTE

La 3CC del 2005

Quasi vent’anni fa questa vettura-laboratorio associava a un design di rottura un’importante fuga in avanti sul piano della trazione a emissioni zero

Zero emissioni, tanta aerodinamica, uno stile di rottura e una funzionalità interna inedita e per molti versi straordinaria. Diciotto anni fa, quando l’auto elettrica non era affatto all’ordine del giorno come lo è oggi, la Volvo aveva messo insieme tutti questi contenuti sulla concept car 3CC, che venne presentata al Salone di Ginevra. Le sue linee rastremate esprimevano un forte dinamismo e favorivano la penetrazione aerodinamica, funzionale a limitare i fruscii ma soprattutto a migliorare l’efficienza meccanica, consentendo una velocità massima (autolimitata) di 135 km/h e un’accelerazione 0-100 in circa dieci secondi. E tutto questo senza emettere un solo grammo di CO2.



Parcheggiata accanto a una S80 di prima generazione, la 3CC rivela tutta la sua compattezza. È lunga 3899 mm, larga 1624 e alta 1321: sono ingombri — quelli in pianta, soprattutto — paragonabili alle dimensioni di una sportiva a due posti, a fronte però di un’organizzazione degli spazi interni completamente diversa e più versatile. In particolare, la forma del lunotto tiene conto delle esperienze stilistiche fatte quattro anni prima con la concept car SCC e le estremizza, definendo uno specchio di coda di sicuro impatto estetico. Che rompe con la consuetudine ma resta collegata alla realtà produttiva di quegli anni: in definitiva, il fianco svasato e il gruppo ottico che risale verso l’alto sono una delle “firme” stilistiche della stessa S80.



Tra le mille particolarità della SCC le portiere che si aprono verso l’alto, i montanti del parabrezza particolarmente sottili, il tetto composto da pannelli trasparenti. La carrozzeria è in fibra di carbonio, il pianale in acciaio altoresistenziale è integrato da pannelli a sandwich in materiale composito. Il pavimento ha un doppio fondo in cui è alloggiato il pacco batterie, ma potrebbe ospitare anche serbatoi di idrogeno, biogas o benzina. Le celle agli ioni di litio alimentano un motore che pesa appena 50 kg, più 30 di centralina di gestione. Per mantenere particolarmente bassa la linea del frontale le molle elicoidali e gli ammortizzatori in esse contenute sono disposti orizzontalmente.

Quando si aprono le porte, sollevabili, l’intera plancia si sposta automaticamente verso il parabrezza così da agevolare l’accesso a bordo. Lo stile minimalista ricorre in tutto l’abitacolo, disegnato con poche linee alternando elementi di ispirazione motociclistica (la strumentazione a tre quadranti) e giochi di luce (i led sui pannelli laterali) che sarebbero diventati di uso comune solo molti anni più tardi. La pedaliera regolabile permette di personalizzare al meglio l’assetto di guida e un sistema di scorrimento longitudinale su binari paralleli avanza le poltrone anteriori per facilitare l’accesso al sedile dietro. Con una potenza di 80 kW (109 cv) la 3CC ha un’autonomia reale superiore a 300 km.



Il sedile posteriore, adatto a un adulto oppure a due bambini, è un divanetto accogliente e confortevole e la trazione anteriore evita che gli organi di trasmissione abbiano un impatto sullo spazio abitabile. Tutto, nell’abitacolo, è all’insegna dell’innovazione: molti comandi (quelli di luci, climatizzazione e impianto audio) sono stati sostituiti da sensori di prossimità che si attivano quando la mano si trova a mezzo centimetro di distanza. La filosofia che ha sovrainteso alla sua progettazione è stata quella di non rinfrescare idee già esistenti, ma di lavorare sul futuro inventando soluzioni nuove, più adatte ai tempi e più funzionali.