L’ANNO CHE VERRÀ

Gli anniversari 2024 / 1

Dagli anni ’20 agli anni ’70: il primo mezzo secolo della Volvo raccontato attraverso le ricorrenze a cifra tonda dei prossimi dodici mesi

Questi signori sono Assar Gabrielsson e Gustaf Larson, i fondatori della Volvo. Li abbiamo già visti numerose volte, spesso rappresentati con il cappello a tesa larga che era indispensabile tanto per ripararsi dal freddo degli inverni scandinavi quanto per essere conformi ai dettami dell’eleganza maschile, che molto tempo fa prevedevano quasi universalmente la necessità di coprirsi il capo. Anche se l’azienda ha cominciato a costruire automobili nel 1927, fu esattamente un secolo fa, nel 1924, che i due iniziarono a discutere del progetto di produrre automobili. Il loro primo incontro avvenne, quando avevano rispettivamente 33 e 37 anni, il 25 luglio 1924. Era un venerdì, ed era la festa di San Giacomo. È da questa coincidenza che trasse origine il nome assegnato al primo prototipo della ÖV4: Jakob.

Questi signori sono Assar Gabrielsson e Gustaf Larson, i fondatori della Volvo. Li abbiamo già visti numerose volte, spesso rappresentati con il cappello a tesa larga che era indispensabile tanto per ripararsi dal freddo degli inverni scandinavi quanto per essere conformi ai dettami dell’eleganza maschile, che molto tempo fa prevedevano quasi universalmente la necessità di coprirsi il capo. Anche se l’azienda ha cominciato a costruire automobili nel 1927, fu esattamente un secolo fa, nel 1924, che i due iniziarono a discutere del progetto di produrre automobili. Il loro primo incontro avvenne, quando avevano rispettivamente 33 e 37 anni, il 25 luglio 1924. Era un venerdì, ed era la festa di San Giacomo. È da questa coincidenza che trasse origine il nome assegnato al primo prototipo della ÖV4: Jakob.



Dieci anni dopo quel primo, fortunatissimo, incontro, la Volvo è oramai una realtà consolidata, ancorché in gran parte circoscritta ai mercati del Nord Europa. Nel 1934 viene lanciata la nuova serie dei taxi TR676/678/679. In quest’epoca la gamma è bipartita tra le PV, cioè le vetture dedicate ai privati, e le TR, utilizzate per i servizi pubblici di piazza. I nuovi modelli lanciati nella primavera del 1934 sono mossi da un sei cilindri in linea di 3,3 litri con 65 cavalli. Le vetture, allestite con carrozzeria berlina su telai con passo di 3,10 o 3,25 metri (contro i 2,95 delle vetture standard PV653 e PV654) hanno sette posti (invece che cinque). Nonostante la presenza della protezione invernale sulla griglia del radiatore è ben visibile l’iron mark cromato.

Dieci anni dopo quel primo, fortunatissimo, incontro, la Volvo è oramai una realtà consolidata, ancorché in gran parte circoscritta ai mercati del Nord Europa. Nel 1934 viene lanciata la nuova serie dei taxi TR676/678/679. In quest’epoca la gamma è bipartita tra le PV, cioè le vetture dedicate ai privati, e le TR, utilizzate per i servizi pubblici di piazza. I nuovi modelli lanciati nella primavera del 1934 sono mossi da un sei cilindri in linea di 3,3 litri con 65 cavalli. Le vetture, allestite con carrozzeria berlina su telai con passo di 3,10 o 3,25 metri (contro i 2,95 delle vetture standard PV653 e PV654) hanno sette posti (invece che cinque). Nonostante la presenza della protezione invernale sulla griglia del radiatore è ben visibile l’iron mark cromato.



Se la Volvo è diventata il marchio internazionale dalla reputazione di solidità e sicurezza che oggi è conosciuta in tutto il mondo il merito è suo: della PV444. La presentarono nel settembre 1944; fu la prima volta che la Volvo si lanciò in un mercato dalle potenzialità molto più ampie di quelle sino ad allora esplorate dai suoi modelli. Fu la prima quattro cilindri lanciata dopo quindici anni filati di sei in linea, la prima a scocca portante, la prima con una cilindrata ben al di sotto dei due litri (era una millequattro da 40 cavalli). E anche la prima ad affrontare con successo, a metà del decennio successivo, il difficile mercato degli Stati Uniti. In questa immagine, una serie K (1955) proprio con le specifiche americane. La sua carriera continuò fino al 1958 quando, con modifiche non sostanziali, divenne la PV544, che sarebbe continuata sino alla fine del 1965.

Se la Volvo è diventata il marchio internazionale dalla reputazione di solidità e sicurezza che oggi è conosciuta in tutto il mondo il merito è suo: della PV444. La presentarono nel settembre 1944; fu la prima volta che la Volvo si lanciò in un mercato dalle potenzialità molto più ampie di quelle sino ad allora esplorate dai suoi modelli. Fu la prima quattro cilindri lanciata dopo quindici anni filati di sei in linea, la prima a scocca portante, la prima con una cilindrata ben al di sotto dei due litri (era una millequattro da 40 cavalli). E anche la prima ad affrontare con successo, a metà del decennio successivo, il difficile mercato degli Stati Uniti. In questa immagine, una serie K (1955) proprio con le specifiche americane. La sua carriera continuò fino al 1958 quando, con modifiche non sostanziali, divenne la PV544, che sarebbe continuata sino alla fine del 1965.



La storia di una Casa automobilistica è fatta, sì, di modelli, ma anche di fabbriche, senza le quali evidentemente nessuna automobile può vedere la luce. Il 24 aprile 1964 viene varata la seconda unità produttiva, quella di Torslanda, che si aggiunge a quella storica di Lundby. Siamo a Hisingen, Göteborg, a poca distanza da porto e aeroporto. Il primo modello che viene assemblato nella nuova struttura è la Amazon (nella foto), che negli stessi mesi conduce la Volvo a un importante traguardo produttivo: è infatti una Amazon la milionesima Volvo costruita dal 1927. Sviluppato su un’area di oltre 200mila metri quadrati, questo stabilimento arriverà a produrre sino a 178mila veicoli all’anno. Ancor oggi attivo, costruisce i modelli basati sulla piattaforma SPA (Serie 60 e 90).

La storia di una Casa automobilistica è fatta, sì, di modelli, ma anche di fabbriche, senza le quali evidentemente nessuna automobile può vedere la luce. Il 24 aprile 1964 viene varata la seconda unità produttiva, quella di Torslanda, che si aggiunge a quella storica di Lundby. Siamo a Hisingen, Göteborg, a poca distanza da porto e aeroporto. Il primo modello che viene assemblato nella nuova struttura è la Amazon (nella foto), che negli stessi mesi conduce la Volvo a un importante traguardo produttivo: è infatti una Amazon la milionesima Volvo costruita dal 1927. Sviluppato su un’area di oltre 200mila metri quadrati, questo stabilimento arriverà a produrre sino a 178mila veicoli all’anno. Ancor oggi attivo, costruisce i modelli basati sulla piattaforma SPA (Serie 60 e 90).



Nell’autunno 1974 nasce una delle Volvo più iconiche di sempre: la  Serie 200, che qui vediamo in versione berlina quattro porte, con l’allestimento DL e i fari circolari tipici dei primi anni di produzione. Se in apparenza i punti di contatto con la precedente Serie 100 sono numerosi (stilisticamente la 244 è un mesh-up tra la 144 e la concept car VESC del 1972), sottopelle segna un’evoluzione radicale: un nuovo avantreno con montanti McPherson, un inedito quattro cilindri ad asse a camme in testa, il B21, il V6 PRV al posto del precedente B30 a sei cilindri in linea e importanti evoluzioni che riguardano la sicurezza, a iniziare dal posizionamento del serbatoio carburante. Definirla un successo sarebbe riduttivo: la sua produzione è continuata per quasi vent’anni, sino a maggio 1993.

Nell’autunno 1974 nasce una delle Volvo più iconiche di sempre: la Serie 200, che qui vediamo in versione berlina quattro porte, con l’allestimento DL e i fari circolari tipici dei primi anni di produzione. Se in apparenza i punti di contatto con la precedente Serie 100 sono numerosi (stilisticamente la 244 è un mesh-up tra la 144 e la concept car VESC del 1972), sottopelle segna un’evoluzione radicale: un nuovo avantreno con montanti McPherson, un inedito quattro cilindri ad asse a camme in testa, il B21, il V6 PRV al posto del precedente B30 a sei cilindri in linea e importanti evoluzioni che riguardano la sicurezza, a iniziare dal posizionamento del serbatoio carburante. Definirla un successo sarebbe riduttivo: la sua produzione è continuata per quasi vent’anni, sino a maggio 1993.



Questi signori sono Assar Gabrielsson e Gustaf Larson, i fondatori della Volvo. Li abbiamo già visti numerose volte, spesso rappresentati con il cappello a tesa larga che era indispensabile tanto per ripararsi dal freddo degli inverni scandinavi quanto per essere conformi ai dettami dell’eleganza maschile, che molto tempo fa prevedevano quasi universalmente la necessità di coprirsi il capo. Anche se l’azienda ha cominciato a costruire automobili nel 1927, fu esattamente un secolo fa, nel 1924, che i due iniziarono a discutere del progetto di produrre automobili. Il loro primo incontro avvenne, quando avevano rispettivamente 33 e 37 anni, il 25 luglio 1924. Era un venerdì, ed era la festa di San Giacomo. È da questa coincidenza che trasse origine il nome assegnato al primo prototipo della ÖV4: Jakob. \n\n\n\n

Dieci anni dopo quel primo, fortunatissimo, incontro, la Volvo è oramai una realtà consolidata, ancorché in gran parte circoscritta ai mercati del Nord Europa. Nel 1934 viene lanciata la nuova serie dei taxi TR676/678/679. In quest’epoca la gamma è bipartita tra le PV, cioè le vetture dedicate ai privati, e le TR, utilizzate per i servizi pubblici di piazza. I nuovi modelli lanciati nella primavera del 1934 sono mossi da un sei cilindri in linea di 3,3 litri con 65 cavalli. Le vetture, allestite con carrozzeria berlina su telai con passo di 3,10 o 3,25 metri (contro i 2,95 delle vetture standard PV653 e PV654) hanno sette posti (invece che cinque). Nonostante la presenza della protezione invernale sulla griglia del radiatore è ben visibile l’iron mark cromato. \n\n\n\n

Se la Volvo è diventata il marchio internazionale dalla reputazione di solidità e sicurezza che oggi è conosciuta in tutto il mondo il merito è suo: della PV444. La presentarono nel settembre 1944; fu la prima volta che la Volvo si lanciò in un mercato dalle potenzialità molto più ampie di quelle sino ad allora esplorate dai suoi modelli. Fu la prima quattro cilindri lanciata dopo quindici anni filati di sei in linea, la prima a scocca portante, la prima con una cilindrata ben al di sotto dei due litri (era una millequattro da 40 cavalli). E anche la prima ad affrontare con successo, a metà del decennio successivo, il difficile mercato degli Stati Uniti. In questa immagine, una serie K (1955) proprio con le specifiche americane. La sua carriera continuò fino al 1958 quando, con modifiche non sostanziali, divenne la PV544, che sarebbe continuata sino alla fine del 1965. \n\n\n\n

La storia di una Casa automobilistica è fatta, sì, di modelli, ma anche di fabbriche, senza le quali evidentemente nessuna automobile può vedere la luce. Il 24 aprile 1964 viene varata la seconda unità produttiva, quella di Torslanda, che si aggiunge a quella storica di Lundby. Siamo a Hisingen, Göteborg, a poca distanza da porto e aeroporto. Il primo modello che viene assemblato nella nuova struttura è la Amazon (nella foto), che negli stessi mesi conduce la Volvo a un importante traguardo produttivo: è infatti una Amazon la milionesima Volvo costruita dal 1927. Sviluppato su un’area di oltre 200mila metri quadrati, questo stabilimento arriverà a produrre sino a 178mila veicoli all’anno. Ancor oggi attivo, costruisce i modelli basati sulla piattaforma SPA (Serie 60 e 90). \n\n\n\n

Nell’autunno 1974 nasce una delle Volvo più iconiche di sempre: la Serie 200, che qui vediamo in versione berlina quattro porte, con l’allestimento DL e i fari circolari tipici dei primi anni di produzione. Se in apparenza i punti di contatto con la precedente Serie 100 sono numerosi (stilisticamente la 244 è un mesh-up tra la 144 e la concept car VESC del 1972), sottopelle segna un’evoluzione radicale: un nuovo avantreno con montanti McPherson, un inedito quattro cilindri ad asse a camme in testa, il B21, il V6 PRV al posto del precedente B30 a sei cilindri in linea e importanti evoluzioni che riguardano la sicurezza, a iniziare dal posizionamento del serbatoio carburante. Definirla un successo sarebbe riduttivo: la sua produzione è continuata per quasi vent’anni, sino a maggio 1993. \n\n\n\n