Manifesto futurista

La visione di Thomas Ingenlath

Le concept car che, tra il 2013 e il 2014, anticiparono lo stile delle Volvo di oggi guardavano alla tradizione. Parlando di design scandinavo

Che cos’è un documento? Può essere un foglio, un file o — magari — anche un’intera automobile. Nel caso della Volvo Concept Coupé, che venne svelata a settembre 2013 al Salone di Francoforte, è infatti proprio il caso di parlare di documento programmatico. Perché quella vettura, che richiamava idealmente (ma non stilisticamente) la P1800 del 1961, è stata la prima di una serie di tre prototipi con i quali Thomas Ingenlath, Senior Vice President per il Design, ha inteso aprire un nuovo capitolo nell’identità visuale della Volvo, che s’incarna in tutte le vetture di serie, dalla XC90 di seconda generazione in poi. E che pone l’accento sull’interpretazione più evoluta sino ad allora mai data al design delle Volvo.



Il primo capitolo di questo documento viaggiante è stata, appunto, la Concept Coupé. Non ha prefigurato un modello preciso (la Volvo non ha, da lì in poi, presentato alcuna coupé) ma ha permesso, per dirla con Thomas Ingenlath medesimo, di “esplorare elementi intellettuali nascosti”, con riferimento particolare allo stile nordico, di cui la Volvo — nel campo automotive — è rimasta la sola esponente. Precisione per i dettagli, meticolosità nell’esecuzione, qualità costante sono gli elementi che fanno apprezzare ai clienti una Volvo. Il suo stile è autorevole, e quello della Concept Coupé ne sottolinea la modernità e l’importanza espressiva. Ad esempio, grazie a un dash to axle, cioè lo spazio tra l’avantreno e il parabrezza, molto lungo, il che conferisce slancio e dinamismo alla linea.



Solo quattro mesi dopo la Concept Coupé arrivò, al Salone di Detroit, a gennaio 2014, la XC Coupé: un’ipotesi di crossover che riprendeva i fari a led con disegno a T rovesciato della Concept Coupé, la calandra concava, la spalla muscolosa e la cintura arcuata. Anche in questo caso non si trattava del preview di un modello di serie strettamente connesso a queste proporzioni, ma di un annuncio visuale di ciò che, pochi mesi più tardi, sarebbe stata la XC90 di seconda generazione. Dentro non meno di fuori, visto che la XC Coupé conteneva tutta la tecnologia poi portata al debutto dalla SUV alto di gamma: schermi touch a sviluppo verticale e una grande intuitività d’impiego. L’obiettivo? Far sentire speciali i clienti. Una promessa impegnativa ed entusiasmante.

Atto terzo di questa trilogia documentale, la Concept Estate, portata a marzo 2014 al Salone di Ginevra. Che sta alla Concept Coupé come la 1800 ES stava all’originaria 1800 S: una shooting brake di classe, una volta ancora utile a declinare l’attualità del design scandinavo non in una coupé a tre porte, ma nelle future station wagon di classe media (V60) e superiore (V90), com’è facile constatare osservando le proporzioni della tre quarti posteriore e la forma del gruppo ottico. Idee di stile per sviluppare una forma di lusso accessibile: non ostentato ma assimilato. Una via sostenibile all’auto premium che rende le Volvo di oggi diverse da tutte le altre e immediatamente identificabili.



Quando le idee sono buone piacciono. E vincono. Non solo sul mercato: anche nei contest professionali dedicati. È stato il caso, nel 2016, del Brand Design Language, classe del Car Design Award organizzato a Torino dal magazine Auto&Design (nella foto, Thomas Ingenlath premiato dalla Direttrice Silvia Baruffaldi). “Il nuovo linguaggio formale di Volvo vede il passaggio a una dimensione più netta, elegante e attuale rispetto alla semplicità organica dell’era precedente. Ogni nuovo modello Volvo acquisisce una sua personalità, con la coerenza assicurata dall’inconfondibile calandra e i fari “martello di Thor”. Le S90, V90 e XC90 vantano una bellezza non ostentata, con proporzioni da grandi vetture a trazione posteriore ideali per le ambizioni di Volvo come brand di lusso.” Ricevere un premio del genere, e con questa motivazione, nella città che è stata la culla del design automobilistico nel XX Secolo è una soddisfazione ancora più grande.