METTETEVI IN LUCE

Volvo e l’illuminazione

Non solo fari: illuminazione d’interni, luci e led per la sicurezza, e da oggi persino l’iron mark. Viaggio nelle parti luminose delle Volvo

Le indicazioni luminose servono innanzitutto a una cosa: la sicurezza, da sempre missione della Volvo, che si esprime anche nell’attenzione a elementi interni che rimandano sempre alla protezione del conducente e degli altri occupanti di una vettura. Nel caso di questa 144 DL del 1972 ci sono, nella parte alta della consolle centrale, un comando con spia integrata e un warning ottico di fondamentale importanza. Il primo, al centro del mobiletto, attiva le quattro frecce. Non a caso si trova in questa posizione, per poter essere raggiunto anche dal passeggero in caso di necessità; a destra, l’indicazione Fasten Seat Belts, allacciate le cinture di sicurezza, che lampeggia se per caso si parte senza averlo fatto. Una novità assoluta, a quei tempi. Che fece scuola.

Le indicazioni luminose servono innanzitutto a una cosa: la sicurezza, da sempre missione della Volvo, che si esprime anche nell’attenzione a elementi interni che rimandano alla protezione del conducente e degli altri occupanti di una vettura. Nel caso di questa 144 DL del 1972 ci sono, nella parte alta della consolle centrale, un comando con spia integrata e un warning ottico di fondamentale importanza. Il primo, al centro del mobiletto, attiva le quattro frecce. Non a caso si trova in questa posizione, per poter essere raggiunto anche dal passeggero in caso di necessità; a destra, l’indicazione Fasten Seat Belts, allacciate le cinture di sicurezza, che lampeggia se per caso si parte senza averlo fatto. Una novità assoluta, a quei tempi. Che fece scuola.



Aprire la porta per scendere dalla vettura è un gesto naturale che però, se fatto senza le dovute attenzioni, può rivelarsi pericoloso per altri utenti della strada, specie quelli più deboli quali pedoni e ciclisti. A rendere più visibile il movimento dello sportello provvede, su questa Volvo 780 del 1985, una vera luce rossa (e non un semplice catarifrangente) che si attiva automaticamente al rilascio della maniglia interna. Ancora una volta la luce diventa, per una Volvo, sinonimo di protezione. E ancora una volta con l’approccio “universale” di non tutelare solo l’incolumità di chi la guida o ci viaggia, ma anche terzi, perché per la Volvo le persone sono sempre la cosa più importante che ci sia.

Aprire la porta per scendere dalla vettura è un gesto naturale che però, se fatto senza le dovute attenzioni, può rivelarsi pericoloso per altri utenti della strada, specie quelli più deboli quali pedoni e ciclisti. A rendere più visibile il movimento dello sportello provvede, su questa Volvo 780 del 1985, una vera luce rossa (e non un semplice catarifrangente) che si attiva automaticamente al rilascio della maniglia interna. Ancora una volta la luce diventa, per una Volvo, sinonimo di protezione. E ancora una volta con l’approccio “universale” di non tutelare solo l’incolumità di chi la guida o ci viaggia, ma anche terzi, perché per la Volvo le persone sono sempre la cosa più importante che ci sia.



Sulla Volvo V50 del 2004 (qui vediamo una R-Design; il ragionamento era applicabile anche a S40 e C70 di seconda generazione e C30) il ripetitore laterale dell’indicatore di direzione si trovava applicato sui gusci dei retrovisori esterni. Un’idea brillante, che univa una grande pulizia estetica, evitando di applicare elementi riportati sulla fiancata, alla praticità di fungere indirettamente da ulteriore led per il guidatore, che in un sorpasso — mentre controlla lo specchietto — trova una conferma diretta dell’azionamento della “freccia” sinistra. In più, su molti allestimenti della V50, la parte bassa del retrovisore integrava una luce notturna che, all’apertura della porta, illuminava la strada (o il pavimento del garage).

Sulla Volvo V50 del 2004 (qui vediamo una R-Design; il ragionamento era applicabile anche a S40 e C70 di seconda generazione e C30) il ripetitore laterale dell’indicatore di direzione si trovava applicato sui gusci dei retrovisori esterni. Un’idea brillante, che univa una grande pulizia estetica, evitando di applicare elementi riportati sulla fiancata, alla praticità di fungere indirettamente da ulteriore led per il guidatore, che in un sorpasso — mentre controlla lo specchietto — trova una conferma diretta dell’azionamento della “freccia” sinistra. In più, su molti allestimenti della V50, la parte bassa del retrovisore integrava una luce notturna che, all’apertura della porta, illuminava la strada (o il pavimento del garage).



Luci sono però, soprattutto, fari. Utili innanzitutto a illuminare la strada ma anche a “introdurre” visulamente la vettura. Con la seconda generazione della Volvo XC90 (2014) debuttano i DRL (Daytime Running Light) posizionati nella parte mediana con uno stile “a martello di Thor”, così definito perché cita la sagoma del martello utilizzato dal dio scandinavo del tuono. È una forma di stile che distingue una Volvo da qualunque altra automobile al mondo e che è stata, in seguito, applicata a tutti gli altri modelli della marca. I led e il resto dell’illuminotecnica collegata all’automobile hanno, così, permesso di definire una forma inconfondibile che rende ogni Volvo unica, a qualunque ora del giorno e della notte.

Luci sono però, soprattutto, fari. Utili innanzitutto a illuminare la strada ma anche a “introdurre” visualmente la vettura. Con la seconda generazione della Volvo XC90 (2014) debuttano i DRL (Daytime Running Light) posizionati nella parte mediana con uno stile “a martello di Thor”, così definito perché cita la sagoma del martello utilizzato dal dio scandinavo del tuono. È una forma di stile che distingue una Volvo da qualunque altra automobile al mondo e che è stata, in seguito, applicata a tutti gli altri modelli della marca. I led e il resto dell’illuminotecnica collegata all’automobile hanno, così, permesso di definire una forma inconfondibile che rende ogni Volvo unica, a qualunque ora del giorno e della notte.



E poi c’è lei, la EM90, appena presentata: la prima monovolume Volvo, 100% elettrica, che per la prima volta applica le luci all’iron mark. Il logo della marca, che per le sue caratteristiche estetiche ha sempre occupato quasi per intero la calandra grazie alle “diagonali” che partono dallo stemma centrale, è diventato, oggi, luminoso. Ma anche la scritta posteriore Volvo con lettering distanziato è retroilluminata, così da rendere immediatamente identificabile una Volvo di giorno come di notte, davanti o dietro. Un modo creativo e inedito di usare le luci per presentarsi, rendersi visibile e ricordare che, dietro a quelle indicazioni luminose, c’è una vettura protettiva, rispettosa dell’ambiente e capace di mettere sempre le persone al centro.

E poi c’è lei, la EM90, appena presentata: la prima monovolume Volvo, 100% elettrica, che per la prima volta applica le luci all’iron mark. Il logo della marca, che per le sue caratteristiche estetiche ha sempre occupato quasi per intero la calandra grazie alle “diagonali” che partono dallo stemma centrale, è diventato, oggi, luminoso. Ma anche la scritta posteriore Volvo con lettering distanziato è retroilluminata, così da rendere immediatamente identificabile una Volvo di giorno come di notte, davanti o dietro. Un modo creativo e inedito di usare le luci per presentarsi, rendersi visibile e ricordare che, dietro a quelle indicazioni luminose, c’è una vettura protettiva, rispettosa dell’ambiente e capace di mettere sempre le persone al centro.



Le indicazioni luminose servono innanzitutto a una cosa: la sicurezza, da sempre missione della Volvo, che si esprime anche nell’attenzione a elementi interni che rimandano alla protezione del conducente e degli altri occupanti di una vettura. Nel caso di questa 144 DL del 1972 ci sono, nella parte alta della consolle centrale, un comando con spia integrata e un warning ottico di fondamentale importanza. Il primo, al centro del mobiletto, attiva le quattro frecce. Non a caso si trova in questa posizione, per poter essere raggiunto anche dal passeggero in caso di necessità; a destra, l’indicazione Fasten Seat Belts, allacciate le cinture di sicurezza, che lampeggia se per caso si parte senza averlo fatto. Una novità assoluta, a quei tempi. Che fece scuola. \n\n\n\n

Aprire la porta per scendere dalla vettura è un gesto naturale che però, se fatto senza le dovute attenzioni, può rivelarsi pericoloso per altri utenti della strada, specie quelli più deboli quali pedoni e ciclisti. A rendere più visibile il movimento dello sportello provvede, su questa Volvo 780 del 1985, una vera luce rossa (e non un semplice catarifrangente) che si attiva automaticamente al rilascio della maniglia interna. Ancora una volta la luce diventa, per una Volvo, sinonimo di protezione. E ancora una volta con l’approccio “universale” di non tutelare solo l’incolumità di chi la guida o ci viaggia, ma anche terzi, perché per la Volvo le persone sono sempre la cosa più importante che ci sia. \n\n\n\n

Sulla Volvo V50 del 2004 (qui vediamo una R-Design; il ragionamento era applicabile anche a S40 e C70 di seconda generazione e C30) il ripetitore laterale dell’indicatore di direzione si trovava applicato sui gusci dei retrovisori esterni. Un’idea brillante, che univa una grande pulizia estetica, evitando di applicare elementi riportati sulla fiancata, alla praticità di fungere indirettamente da ulteriore led per il guidatore, che in un sorpasso — mentre controlla lo specchietto — trova una conferma diretta dell’azionamento della “freccia” sinistra. In più, su molti allestimenti della V50, la parte bassa del retrovisore integrava una luce notturna che, all’apertura della porta, illuminava la strada (o il pavimento del garage). \n\n\n\n

Luci sono però, soprattutto, fari. Utili innanzitutto a illuminare la strada ma anche a “introdurre” visualmente la vettura. Con la seconda generazione della Volvo XC90 (2014) debuttano i DRL (Daytime Running Light) posizionati nella parte mediana con uno stile “a martello di Thor”, così definito perché cita la sagoma del martello utilizzato dal dio scandinavo del tuono. È una forma di stile che distingue una Volvo da qualunque altra automobile al mondo e che è stata, in seguito, applicata a tutti gli altri modelli della marca. I led e il resto dell’illuminotecnica collegata all’automobile hanno, così, permesso di definire una forma inconfondibile che rende ogni Volvo unica, a qualunque ora del giorno e della notte. \n\n\n\n

E poi c’è lei, la EM90, appena presentata: la prima monovolume Volvo, 100% elettrica, che per la prima volta applica le luci all’iron mark. Il logo della marca, che per le sue caratteristiche estetiche ha sempre occupato quasi per intero la calandra grazie alle “diagonali” che partono dallo stemma centrale, è diventato, oggi, luminoso. Ma anche la scritta posteriore Volvo con lettering distanziato è retroilluminata, così da rendere immediatamente identificabile una Volvo di giorno come di notte, davanti o dietro. Un modo creativo e inedito di usare le luci per presentarsi, rendersi visibile e ricordare che, dietro a quelle indicazioni luminose, c’è una vettura protettiva, rispettosa dell’ambiente e capace di mettere sempre le persone al centro. \n\n\n\n