Ordine professionale

Portaoggetti, ripostigli & Co.

Qualità, in un’automobile, è anche avere tutto a portata di mano. E perfettamente sistemato. Alcuni esempi di come la Volvo ha risolto questo dossier.

Oggi la ruota di scorta è ormai un ricordo. Il ruotino prima, le bombolette per la riparazione rapida poi, hanno mandato in pensione la gomma full size. Il cui progressivo aumento dimensionale ne renderebbe pressoché impossibile lo stivaggio. Quando la quinta ruota era all’ordine del giorno, molto spesso veniva ospitata sotto il piano di carico.
Portava via meno spazio rispetto al suo posizionamento in verticale però, se foravi a baule pieno, dovevi prima scaricare tutti i bagagli.
Magari sotto la pioggia. Sulla PV444 (nella foto, un modello DS del 1953) la Volvo risolse brillantemente il problema separando in due metà verticali lo spazio: la ruota era accessibile anche a vano pieno, senza la necessità di svuotarlo.



Facciamo un salto avanti di oltre tre decenni. Oltre a essere stata la prima trazione anteriore della Volvo, la coupé 480 del 1986 propose una originale organizzazione degli spazi interni.
Le due sedute singole posteriori (invece del divano) permisero di ricavare, al centro, un praticissimo poggiabraccia che nascondeva un portaoggetti all’interno del quale era possibile stivare un porta-CD. Nella parte inferiore, questo “mobiletto” intermedio ospitava il posacenere, del tipo a cassettino.
In prossimità dei fianchetti laterali due ulteriori ripostigli a giorno permettevano a chi viaggiava dietro di svuotarsi le tasche, ovvero di avere a portata di mano quanto occorreva durante il viaggio.



Se c’è una cosa fastidiosa, quando si va a fare la spesa, è sentire le borse del supermercato che sciabordano nel vano di carico.
La Volvo ha trovato il modo di eliminare questo fastidio nei primi anni 2000, con la S60, la V70 e (in questa immagine) la prima generazione della XC90. La faccia interna del fondo del baule, che dà accesso alla cantinetta inferiore, è infatti attrezzata per fungere da quinta protettiva per i sacchetti del supermercato: parzializza il vano riducendone il volume e separando eventuali oggetti già in esso contenuti, che restano oltre la “sponda”.
Due cinghie la mantengono in posizione, una corda elastica trattiene gli acquisti, due “orecchie” laterali ripiegabili ne assicurano il contenimento laterale. Meglio di così…



Ordine significa dare a tutti i clienti che scelgono una Volvo la possibilità di fare viaggi organizzati ed efficienti.
Ma anche permettere, a quelli che cercano quel qualcosa in più, un’ancora superiore organizzazione dello spazio. Gudardate come, grazie al catalogo Accessori, è stato risolto il tema del pic-nic sulla XC70 del 2001: sul bordo di battuta del portellone viene applicato, tramite un supporto metallico, un ampio tavolino di legno.
Sull’angolo formato dallo spessore del paraurti e dal bordo del baule medesimo due coperture imbottite fungono da sedile e impediscono alle gambe di chi ci si siede di sporcarsi contro il paracolpi eventualmente impolverato. E se per caso piove? Niente paura: la porta posteriore, sollevata, fa da protezione naturale durante la sosta.



Siamo nuovamente a bordo di una XC70 di vent’anni fa. Ecco come alla Volvo hanno interpretato il passasci, ovvero la “botola” che, sfruttando la parzializzazione della parte centrale del divano, consente di stivare carichi lunghi come attrezzature sportive o eventuali oggetti ingombranti.
Il colpo da maestro, rispetto ad altre esecuzioni simili, sta nel fatto che la faccia interna del passaggio (quella rivolta verso l’abitacolo) è a sua volta attrezzata: una rete, in questo caso impiegata per tenere in ordine una carta stradale, e due vani con cerniera in cui sistemare documenti, piccoli oggetti personali, un telefono o qualunque altro elemento che, lasciato senza un criterio nell’abitacolo, potrebbe risultare non solo disordinato, ma generare rumori parassiti e persino, cadendo durante una frenata, diventare pericoloso.



Dopo la XC40, che ha una straordinaria organizzazione dei piccoli spazi nell’abitacolo, anche la C40 Recharge Pure Electric spinge forte sull’acceleratore della versatilità interna.
In questo disegno, ecco come è stato impiegato lo spazio del tunnel centrale, tra i sedili anteriori: un vano profondo in cui, ad esempio, appoggiare (e ricaricare a induzione) lo smartphone; due anelli portabicchieri ai lati del piccolo e poco ingombrante selettore del cambio; un vano subito dietro e infine il bracciolo sollevabile che dissimula l’ennesimo spazio di stivaggio, utilizzabile ad esempio per delle salviette di carta o per evitare che scontrini, foglietti e altri oggetti si disperdano nell’abitacolo creando disordine.
Possono sembrare piccole cose. Ma sono sempre i dettagli, che fanno grandi gli insiemi.



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