Stateci dietro

Le cinture posteriori

Talora trascurati nell’uso (e nella comunicazione), i sistemi di ritenuta per i passeggeri in seconda fila hanno conosciuto un’enorme evoluzione

Chi ha inventato le cinture a tre punti — montate sulle Volvo dal lontano 1959 — non poteva non dedicare grande attenzione anche alla sicurezza dei passeggeri in seconda fila. In questa 122 Amazon la persona siede assicurata con una cinghia a due punti, o a bandoliera, proposta inizialmente come optional: all’apparenza simile alle cinture come le conosciamo oggi, ha in realtà due importanti differenze. La prima è che è senza arrotolatore (il quale, specie per chi siede dietro, ha un una funzione prevalentemente pratica, legata alla possibilità di conservare in ordine la cinghia quando non è in uso). La seconda difformità è che non esiste la fascia addominale, che comporta il classico disegno a V con la punta rivolta verso il pianale. È solo il primo passo in direzione di una superiore sicurezza passiva.



Nel 1967, su gran parte dei mercati di destinazione, la Volvo inizia a montare le cinture di sicurezza posteriori come equipaggiamento standard. Qui vediamo la panchetta posteriore di una Amazon nella versione a due porte con la cintura (ancora priva di arrotolatore) agganciata al montante C, quello che sostiene il padiglione tra il finestrino laterale e il lunotto. Uno dei due fori della fibbia funge da appoggio per potere agganciare la cinghia al montante medesimo, così da non lasciarla vagare sulla seduta quando non è in uso. Ennesima conferma che la sicurezza non è mai disgiunta dalla funzionalità, che a bordo di una Volvo si esprime anche in termini di ordine e di perfetta organizzazione della vita a bordo.



È nel 1972, quando la gamma Volvo è interamente articolata sulle berline e le station wagon della Serie 100 a quattro e sei cilindri (oltre che sulla shooting brake 1800 ES), che viene introdotta per la prima volta, anche sul divano posteriore, la cintura di sicurezza a tre punti. È dello stesso anno la presentazione della vettura-laboratorio VESC (Volvo Experimental Safety Car) che spingerà ancora più in alto l’asticella della sicurezza, con rapide ricadute sui modelli di produzione che verranno presentati da lì a un paio d’anni (la Serie 200 e le vetture successive). Per dare una misura dell’innovazione di questo disposiitivo: in Italia l’uso delle cinture anteriori sarebbe diventato obbligatorio nel 1988. Con 16 anni di anticipo la Volvo già le montava per tutti gli occupanti.

In caso di impatto il passeggero posteriore viene schiacciato in avanti con una forza devastante: tra le tre e le cinque tonnellate. Va da sé che una tale violenza possa avere effetti molto gravi sul corpo di chi viaggia davanti. Dagli anni ’90, sulle Serie 900 e 850, viene montato questo sedile posteriore con cuscini integrati per l’infanzia. È un sistema che permette di assolvere alla funzione di protezione per i piccoli passeggeri senza ricorrere all’alzabimbo after market, il che semplifica la vita ai genitori ma rende anche l’abitacolo più ordinato e versatile, visto che il cambio di setting adulto / bambino si effettua con il gesto di una mano senza la necessità di smontare (e riporre) una seduta ausiliaria. Anzi, sono previsti due diversi livelli a seconda dell’altezza del bambino. In entrambi i casi, con un frustino specifico per la cintura di sicurezza, che anche qui svolge un compito fondamentale.



La cintura a tre punti resta il caposaldo della sicurezza di ogni Volvo. Controprova: agli albori dell’airbag la sigla riportata sul volante era SRS, Supplementary Restraint System, ovvero sistema supplementare di ritenzione. Come a dire che l’elemento fondante e irrinunciabile di sicurezza è — e resta — la cintura. Ciononostante lo studio di ulteriori applicazioni non si ferma, come testimoniano i sistemi a quattro punti della concept car SCC (Safety Concept Car) del 2002. Quest’auto ha due tipi di cinture di sicurezza a quattro punti di ancoraggio: il Criss‐Cross (X4), montato dietro, e il modello Brace Belt (V4), per chi viaggia davanti. La X4 è una cintura convenzionale a tre punti di ancoraggio alla quale è stata aggiunta un’ulteriore cintura diagonale sul busto. La V4 ha quattro punti di ancoraggio di disegno completamente nuovo con aggancio centrale, e con le cinghie che formano una “V” sul petto.