UN PASSO AVANTI

La 850 SW

Compie trent’anni nel 2023 la prima station wagon Volvo a trazione anteriore con motore trasversale. Le tappe di una straordinaria carriera

Innegabilmente Volvo. Eppure completamente diversa. Al suo apparire, nelle prime settimane del 1993, la 850 SW segna una netta evoluzione nell’offerta delle station wagon della marca. In quel momento l’offerta commerciale in questo settore si concentra sulla Serie 900 e sulla 240, che vive i suoi ultimissimi mesi (la produzione cesserà infatti a maggio). La nuova 850 ha tutto della classica station Volvo — lo stile rigoroso, la qualità, la sicurezza, l’affidabilità — ma per la prima volta punta su un layout meccanico sino ad allora riservato alle compatte. Segna infatti il debutto della trazione anteriore e del motore trasversale in abbinamento alla carrozzeria station. Con tutti i vantaggi che questo comporta in termini di motricità su fondi difficili e di maggiore spazio di carico, visto che il retrotreno è pressoché del tutto libero da ingombri meccanici (restano solo le sospensioni).



Tra le novità introdotte dalla 850, il portellone “tra parentesi”: abbracciato, cioè, da due enormi gruppi ottici che dalla base del paraurti salgono sino al bordo d’uscita del padiglione. È la prima volta che una soluzione del genere viene adottata su un’automobile, e conferisce a questa station wagon una personalità assolutamente unica e straordinaria. Perché la dimensione king-size di questi fanali non incida negativamente in caso di eventuali spese di ripristino a seguito di un intervento in carrozzeria, pur visivamente unitari, sono in realtà divisi in due metà verticali. E a proposito di funzionalità: l’altezza utile dell’apertura è di 77 cm, come sulla più grande Serie 900, e si trova a soli 60 cm da terra; è possibile montare un divanetto supplementare contromarcia per due ragazzi con un peso non superiore a 40 kg; tra schienali anteriori completamente arretrati e portellone ci balla un metro e 64.



Una Volvo è sempre, e prima di tutto, sicurezza. Anche la station wagon integra, quindi, il SIPS, ovvero il Side Impact Protection System: il sistema di protezione dagli impatti laterali basato sull’inserimento di robuste traverse scatolate sul pianale che consentono di assorbire molto più efficacemente gli urti laterali perché ridistribuiscono su tutta la scocca le forze generate da un impatto in questa direzione. Dal 1994 si aggiungono i SIPS bag (nella foto), che con il loro volume gonfiabile grazie a una carica di esplosivo aumentano in modo considerevole la protezione del torace dei passeggeri anteriori in caso di impatto laterale. Contenuti nello spessore delle poltrone, sono integrati da rinforzi con barre tubolari alla base delle medesime; elementi elastici dentro le porte completano infine l’azione di assorbimento.

E poi c’è il motore. Interamente nuovo al pari della piattaforma, senza il ben che minimo carry over di componentistica rispetto ai precedenti e, per la prima volta, con frazionamento a cinque cilindri in linea: più compatto di un sei (dunque più adatto al posizionamento trasversale), più pastoso e importante — nell’erogazione — di un quattro. Con le sigle B5252S e B5254S (nella foto) vengono indentificate, rispettivamente, le varianti a due e a quattro valvole per cilindro di questa unità a benzina, accreditate di 140 e 170 cavalli, con il V-VIS (Volvo Variable Induction System, i condotti di aspirazione di lunghezza differenziata) sulla variante più potente. Il 90% della coppia massima è disponibile, su entrambi, a regimi compresi tra 1550 e 2000 giri, ovvero nelle condizioni d’impiego più frequenti, così da limitare il ricorso alle marce basse riducendo di conseguenza anche i consumi.



La 850 SW ha avuto anche una carriera sportiva nei campionati Turismo, a dimostrazione che una giardinetta confortevole e sicura può essere, contemporaneamente, molto brillante. La declinazione stradale più pimpante è stata la 850 T-5 R, oggi particolarmente ambita presso i collezionisti di youngtimer, specialmente nella caratteristica colorazione gialla. Pur impiegando componenti 100% Volvo, la “R” è stata sviluppata grazie a una collaborazione molto stretta con la Porsche per la definizione delle specifiche del motore (che arrivava sino a 250 cavalli in versione 2,3 litri) e dell’assetto, con ammortizzatori più rigidi e barre antirollio maggiorate. Dalle versioni a gasolio capaci di chilometraggi da Guinness a questa variante quasi racing la 850 SW ha corrisposto alle attese di numerosissimi clienti, adeguandosi ai bisogni diversi di ciascuno di loro. Com’era allora, e com’è oggi, nello spirito di ogni Volvo.