Vedo e provvedo

Come funziona il LiDAR

Una nuova pietra miliare della sicurezza Volvo debutta sulla EX90: il sistema radar che scorge le cose anche di notte in una strada buia

Raccontare la storia non è solo parlare del passato: è anche rendersi conto dei passaggi epocali che si stanno attraversando e che lasceranno il segno, in futuro, come l’inizio di una nuova era. Parlando di sicurezza, tema che “taglia” trasversalmente l’ieri, l’oggi e il domani della Volvo, verrà un giorno in cui il lancio della EX90, attesa prossimamente dalla rete commerciale, sarà ricordato come una pietra miliare. Succederà perché è con la nuova SUV elettrica di grandi dimensioni che debutta il LiDAR, grazie al quale si aprono inedite prospettive nel campo della sicurezza preventiva, aderendo all’assioma — molto caro alla Volvo — secondo cui l’incidente stradale meno pericoloso è quello che proprio non si verifica.



La EX90 ha, nella parte superiore del parabrezza — al centro — un piccolo rigonfiamento. Quell’elemento è il LiDAR, acronimo che sta per Light Detection And Ranging: rilevamento e misurazione della luce. È un metodo che utilizza la luce sotto forma di laser pulsato per misurare le distanze con estrema precisione, riducendo gli incidenti gravi anche del 20%, oltre a incrementare notevolmente la prevenzione. Questa sofistica tecnologia, che col tempo sarà standardizzata, rileva la presenza di pedoni fino a 250 metri di distanza, così come oggetti di piccole dimensioni e colore scuro: ad esempio, uno pneumatico su una strada (nero su nero, quindi) a 120 metri dal veicolo. Il tutto mentre si viaggia a velocità autostradali.



In questa immagine, gli elementi del LiDAR dietro il carter esterno di protezione. Poiché non ha bisogno di luce come una telecamera, questo occhio sempre vigile funziona sia di giorno che di notte. Sfruttando la sinergia tra sensori, software proprietario e potenza di calcolo del computer di bordo, la EX90 è in grado di monitorare un numero di potenziali pericoli molto maggiore che in passato. La vettura diventa in grado di intervenire e assistere il guidatore riconoscendo con grande precisione i tempi in cui occorre farlo e le azioni esattamente necessarie, grazie alla guida assistita. Lo scudo di sicurezza preventiva creato dal sistema-vettura intorno al conducente è ai massimi livelli. Ma il guidatore medesimo non percepisce nemmeno la presenza di questa rete, finché non ne ha bisogno.

Questa ricostruzione grafica dà un’idea, sia pure indicativa e approssimativa, del campo “visivo” che il LiDAR rende disponibile (le virgolette sono ovviamente d’obbligo visto che il sistema di telerilevamento non utilizza, come abbiamo visto, la luce) rispetto alla normale illuminazione notturna consentita dal sistema di illuminazione tradizionale. Con cinque radar, otto telecamere e sedici sensori a ultrasuoni, oltre al LiDAR medesimo, la EX90 si candida a essere la Volvo più sicura e protettiva di sempre. Dialogando con sterzo e freni e in combinazione con un processore Nvidia, il LiDAR è in condizione di attivare ogni azione di assistenza alla guida scongiurando i pericoli che il guidatore non sia in condizione di rilevare o perché non percepibili dall’occhio umano o a causa di un’eventuale disattenzione.



Ecco, infine, un LiDAR… alla rovescia. Montato, cioè, non sul parabrezza bensì nella parte bassa del paraurti anteriore. La griglia frontale della vettura sulla quale è applicato è facilmente identificabile come quella di una XC90, sulla quale infatti questo sistema di telerilevamento è stato sperimentato. È successo sei anni fa, nel corso della sperimentazione Drive Me, che ha testato su strada i benefici effetti di vetture equipaggiate con telecamere, radar e lo stesso LiDAR. Ogni innovazione parte dunque da lontano ed è un processo continuo, in perenne divenire, perché ogni Volvo, con la sua sicurezza sempre crescente, possa mettere al centro le persone.