VI SPIEGO UN PAIO DI COSE

La VCC del 1980

Questa concept car anticipò di due anni lo stile della Serie 700 del 1982. Sicurezza e bassi consumi erano in vetta alle sue priorità

Stile, sicurezza, ambiente. Cosa c’è di più Volvo di tutte queste cose messe insieme? Ecco perché la VCC — Volvo Concept Car — del febbraio 1980 fu un’autentica apripista: una sorta di “lavagna con le ruote” che raccontava le strade che avrebbe intrapreso la marca nel decennio appena iniziato. Prima di vedere nei dettagli com’era fatta, soffermiamoci sul suo nome: VCC sta anche per Volvo Car Corporation e la coincidenza non è casuale. Serve a marcare la forte identità di questa vettura-laboratorio che era talmente orgogliosa del proprio ruolo di concept da riportare la traslitterazione della sigla nella fascia nera alla base delle porte. Stilisticamente parlando, era il cut-back di una 700 SW: in pratica un esemplare della futura station con lo sbalzo posteriore e la terza luce laterale ridotti, oltre che con uno sviluppo orizzontale (come sulla berlina), invece che verticale, dei gruppi ottici posteriori.



Design pulito, angoloso, senza orpelli, con solo lo spoiler anteriore (che ha una funzione aerodinamica, e che scende automaticamente a 70 km/h per migliorare la stabilità) a mitigare l’essenzialità delle linee e un interno sontuoso con rivestimenti marroni che contrastano con l’argento della carrozzeria. La VCC dichiara francamente le intenzioni del design Volvo negli anni a venire e nasconde sottopelle alcune particolarità tecniche che avremmo visto sulla 760 due anni più tardi, dal motore quattro cilindri turbocompresso al retrotreno ancorato a un telaietto ausiliario per migliorare l’assorbimento e, insieme, l’aderenza. E poi un interno molto versatile, con tanto di divano abbassabile in due parti asimmetriche, tutt’altro che scontato all’alba degli anni ’80.



Con la VCC si chiuse il primo importante ciclo di concept car con cui la Volvo aveva contrappuntato tutti gli anni ’70. In questo scatto sono raffigurate le tre star della sperimentazione di quel periodo. Oltre alla VCC in primo piano si notano, a destra, la VESC (Volvo Experimental Safety Car) del 1972 e, a sinistra, il City Taxi pensato per New York nel 1976. La VESC anticipò una grande quantità di soluzioni di sicurezza gradualmente entrate nella produzione in serie, oltre a fornire indizi sullo stile della Serie 200 del 1974. Il taxi fu invece la risposta della Volvo a un concorso pubblico indetto dalla Grande Mela per la progettazione di un’auto pubblica particolarmente funzionale, adatta anche a persone con mobilità limitata, e non derivata da un veicolo pre-esistente adattato all’uso di vettura di piazza.

Anche se la Serie 700 non ha certo bisogno di presentazioni, è comunque bello ammirarla (in questa immagine, una 740 GLT 16V) dopo avere visto il “calco” progettuale da cui deriva. Esteticamente ancora più armoniosa della VCC, oltre che maggiormente funzionale (più lunga e con una luce di accesso del portellone superiore per via delle luci strette e verticali), la vettura di produzione arriva sulle linee di montaggio nel 1985 e, prima evolvendosi nella Serie 900 e più oltre nella V90 di prima generazione, sarebbe rimasta sul mercato sino al 1998. Quasi vent’anni di carriera (contandola appunto dal debutto della concept car): una longevità tipica delle carrozzerie che al loro debutto sono particolarmente all’avanguardia.



C’è stata anche un’altra VCC, nella storia della Volvo: la Versatily Concept Car del 2003. Era, a sua volta, una wagon, con forme e funzionalità interne adeguate all’evoluzione del tempi. A iniziare dall’inedito sistema di apertura delle porte, ad armadio e senza montante centrale. Il fatto che questo prototipo abbia ripreso una gloriosa sigla del passato non fa altro che sottolinearne la centralità nello sviluppo delle Volvo moderne. La VCC del 2003 intendeva, tra l’alto, dimostrare la possibile, serena convivenza tra ampie dimensioni, brillanti prestazioni e consumi limitati: solo 6,5 litri per 100 km a fronte di un 2,6 litri a iniezione diretta di benzina con 250 cavalli. Funzionalità, protezione, attenzione all’ambiente: cambiano le epoche e gli stili ma i valori Volvo rimangono sempre gli stessi.